Je accuse. 

 

Je accuse la classe medica, la classe politica e la classe dei giornalisti.

Je accuse i magistrati, i ristoratori, i presidi, gli insegnanti, i farmacisti, i negozianti, gli autisti, i camerieri, gli impiegati, le segretarie, i parrucchieri, gli albergatori, le estetiste, i gestori dei cinema, gli attori, gli studenti, gli avvocati, i dirigenti, gli psicologi, gli infermieri, i fruttivendoli, le cassiere, i poliziotti, i vigili urbani, i carabinieri, i cantanti, i calciatori, i dipendenti delle aziende private e quelli delle aziende pubbliche.

Je accuse tutti coloro che hanno chinato la testa e messo il bavaglio e controllato che gli altri lo mettessero.

Je accuse tutti coloro che hanno fatto i tamponi e tutti quelli che li hanno pretesi.

Je accuse tutti coloro che si sono v . . . . . . . . e tutti quelli che li hanno consigliati e che li hanno somministrati.

Je accuse tutti coloro che sono corsi a farsi rilasciare il certificato di buona condotta e tutti quelli che li hanno richiesti.

Je accuse tutti quelli del “tengo famiglia” e del mutuo da pagare.

Je accuse tutti coloro che vengono assolti e che si autoassolvono in nome della legge, della scienza, dell’accettazione sociale.

Je accuse tutti costoro perché se almeno il 30% di queste categorie e di queste persone avesse semplicemente disobbedito civilmente a decreti illegittimi, ingiusti e discriminatori non saremmo mai arrivati a tutto questo.

E allora dico al popolo del “tengo famiglia” e del mutuo da pagare, che è quello che più facilmente si è portati ad assolvere, che si meritano tutto questo e si meritano il mondo che stanno creando.

E noi allora vi lasciamo a godervelo tutto, mentre ce ne andremo in un mondo alternativo, creato da noi, fatto di natura e semplicità, di sincerità e amore.

Soprattutto amore, amore per tutti, anche per coloro che sto accusando.

Perché comunque la punizione da scontare, nel presente e nel futuro, è di per sé terribile ed è più che sufficiente come espiazione dei loro errori e delle loro mancanze, della loro vigliaccheria e della loro acquiescenza, del loro opportunismo e della loro cecità. 

E la punizione più orribile fra tutte, per coloro che non riescono ad immaginare nemmeno cosa significhi la libertà, è vedere uno ad uno tutti i propri cari morire di “nessuna correlazione” e/o soffrire per sintomi fisici dolorosi e invalidanti. Fino a che toccherà a loro in prima persona e allora vorranno morire perché questa sarà una liberazione.

Pietas certo, ma anche ferma condanna perché le due cose non si escludono a vicenda.

Concludo dicendo che sono perfettamente consapevole che questo post non piacerà a molti e verrò accusata di quello che oggi sembra essere il peccato più grave di tutti: essere giudicante.

 

A costoro non rispondo neanche  perché di buonismo e new age non sappiamo davvero cosa farcene.